lunedì 5 dicembre 2016

Jul

I danesi vanno matti per il Natale.

Che poi non si chiama nè Natale, nè Christmas, ma proprio Jul. Già la parola ha poco a che fare con la religione, in quanto Jul è l'antica festa della luce pre-cristiana. Insomma, si festeggiava il solstizio d'inverno (...o giù di lì), il giorno più corto dell'anno, augurandosi la luce e il ritorno alle giornate più lunghe. Il Natale cristiano si è poi sovrapposto a questa festa antichissima, facendola sua: la nascita di Cristo rappresenta la luce che torna nel mondo, e proprio per questo si è deciso che fosse proprio intorno al solstizio d'inverno.

QUANDO?
I festeggiamenti cominciano all'inizio di novembre. Sì sì, appena smontati i ciaffi di Halloween, si parte con i ciaffi natalizi. Visto che Cristo non c'entra, non si trova un presepe manco a pagarlo oro. Angeli, comete, magi... niente. In compenso, visto che si tratta di una festa della luce, le luminarie ce ne sono a pacchi. La casa del nostro vicino sembra un centro commerciale. Qua vanno forte Julemand (=Babbo Natale) e Julenisser, che non sono i piccoli aiutanti di Babbo Natale, ma folletti dispettosi. Anticamente nelle campagne era bene tenerli buoni offrendo loro una ciotola di porridge e qualcosa da bere, altrimenti avrebbero fatto dispetti agli animali della stalla e agli abitanti della fattoria.
L'ultima domenica di novembre comincia l'Avvento: Julemand arriva, porta i regali ai bimbi e accende gli alberi di Natale. Qua a Hjerting (sobborgo di Esbjerg) abbiamo festeggiato il Natale paesano il... 20 novembre!!

JULEFROKOST
In teoria significa "pranzo di Natale", ma è una cena. E NON si fa a Natale!
Pure per questa, i danesi si preparano con anticipo, fosse mai che si arriva impreparati all'ultimo. Si comincia ad organizzare a partire da agosto. Sì sì, agosto, avete letto bene. Agosto. Si festeggia dai primi di novembre in poi esclusivamente coi colleghi di lavoro (i familiari e partner sono esclusi), ci si ubriaca generalmente come le nocchie a suon di snapps (=cicchetti di acquavite), juleøl (=birra prodotta esclusivamente nel periodo di Natale, a gradazione doppia) e vino. Si raccontano storielle triviali, si fanno scherzetti zozzi e giochetti volgari, si cantano canzoncine sguaiate, specialmente coi capiufficio, che per l'occasione dismettono la veste seria e si sbragano. Mi è stato riferito che spesso le corna (...non quelle delle renne) si sprecano. Avete presente la festa di Natale nel film "Love actually?". Ecco, tipo. Tanto il giorno dopo non si ricorda più niente nessuno. Devo dire che lo julefrokost cui ho partecipato è stato tranquillo: brindisi e balletti a gogò, ma niente di particolarmente pruriginoso.

A SCUOLA
Si arriva quindi alle festicciole nelle scuole. Oohh, ecco una cosa che mi è particolarmente piaciuta. In Italia ho partecipato (da bambina) e assistito (da mamma) a un sacco di recite di Natale. Di solito i bambini fanno prove infinite per dire 2 battute in una sceneggiata di cui generalmente non capiscono il senso, imparano qualche canzoncina o spesso semplicemente piangono sul palco. Tutto è una gran vetrina per mostrare ai genitori quanto hanno lavorato a scuola. I genitori un po' sbuffano, un po' sgomitano per riprendere i figli, un po' guardano l'orologio, un po' si commuovono.
Beh qua invece c'è la festa. I genitori vengono invitati in modo informale a festeggiare l'arrivo di Julemand. Si arriva all'ora solita in cui si ritirano i bambini (circa le 16), si sta insieme ai propri figli seduti ai tavolini della classe. Il maestro chiede ai bimbi se vogliono cantare una canzone, decidono al momento quale e... via, si canta tutti insieme. Chi la sa, chi non la sa, chi fa finta, genitori e figli insieme. Pietro ha cantato in danese e io a momenti mi commuovo. Vengono offerti gli immancabili caffè e ableskriver (=frittelle di Natale) con marmellata di ciliege, ci si impasticcia di zucchero a velo insieme ai bambini. Si ritagliano un po' di decorazioni tutti insieme. Arriva Julemand, propone qualche altra canzone ai bambini. Un maestro improvvisa due accordi di chitarra. Due Julenisser accompagnano Julemand: sono due ragazzine di circa 10 anni, spigliate, sorridenti. Non se la tirano, non fanno nè le vergognose nè le fighette: coinvolgono i piccoletti dell'asilo, fanno scherzetti a Julemand. Julemand tira fuori gli immancabili dolcetti e caramelle per i bimbi, e via. La festa è finita, andiamo a casa.
Mi è piaciuto, molto. Sia il carattere rilassato dell'occasione, sia il fatto che fosse veramente una festa PER i bambini. I genitori erano ospiti e non spettatori.

IL COMUNE
L'accoglienza che questa città fa alla comunità straniera secondo me è straordinaria. Ieri siamo stati al Potluk (=pranzo condiviso) di Natale, organizzato dal Newcomers Office di Esbjerg. Un grande salone, con tavole apparecchiate e decorate. Tutte le famiglie straniere sono state invitate, ognuno ha portato i piatti della propra tradizione. E poi glogg, birra, ris-à-l'amand (=budino di riso, dolce tipico natalizio danese) caffè e bevande per tutti. Due laboratori organizzati per far divertire i bambini. Giochi e regalini per grandi e piccini. L'immancabile arrivo di Julemand. Tutto per coinvolgerci e incontrarci, passare una giornata piacevole con altre famiglie, conoscere le tradizioni danesi. Tutto messo a disposizione dal Kommune. Figata.

JUL
Il 24 dicembre è Jul. Si festeggia rigorosamente in famiglia. I danesi, anche se non religiosi, vanno in chiesa di pomeriggio. Poi alle 18 circa inizia la cena a casa, dove si mangia tradizionalmente l'anatra arrosto. Si scartano i regali dei piccini, si canta facendo il girotondo intorno all'albero. I bimbi vanno a dormire, i grandi giocano, cantano. Il Natale è famiglia, per tutti, anche qua.
E il 25 dicembre che si fa? Niente. Niente niente niente. Ci si riposa, ci si riprende dalle bevute della sera prima, si digerisce. Jul è finito. Non c'è Santo Stefano, ci si prepara già per l'ultimo dell'anno. Il 1 gennaio le feste di Natale sono concluse.

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